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Da quasi due anni le questioni connesse ai “vaccini anti-covid-19” e alle “cure domiciliari contro il covid-19” animano le piazze italiane, i dibattiti televisivi e giornalistici, i social, i rami del Parlamento (esautorato) ed ovviamente le aule di giustizia. Popolo, Professionisti, Associazioni e Movimenti vari hanno battagliato – e battagliano ancora – con passione e determinazione contro la dittatura sanitaria che impone vaccini non sicuri e non efficaci e che ostacola, colpevolmente, le cure alternative. Popolo, Professionisti, Associazioni e Movimenti vari hanno sollevato il loro grido di aiuto alla magistratura civile, amministrativa, penale e, oggi, anche costituzionale, contro i baroni della sanità pubblica…e tra essi contro AIFA. Ed ecco un’altra storia tutta italiana. Mentre i fascicoli giudiziari contro AIFA si impolverano sulle scrivanie dei giudici, cosa hanno fatto 90 magistrati italiani il 19 maggio 2022? OVVIO: sono andati a Roma per partecipare ad un corso di aggiornamento organizzato da AIFA e Scuola Superiore della Magistratura! 😳 Titolo del corso? OVVIO: “Crimine farmaceutico: normative e strumenti di contrasto”. 😳 Per evitare di essere tacciata di “complottismo” riporto di seguito uno stralcio di quanto riportato sul sito AIFA, circa le tematiche affrontate: “Gli interventi dei relatori sono stati incentrati … sugli aspetti regolatori più rilevanti relativi ai medicinali per uso umano, che disciplinano la produzione, l’autorizzazione all’immissione in commercio, la distribuzione e l’importazione da Paesi esteri…” OVVIAMENTE nessuno pensa 🤔 che durante il corso si sia parlato della situazione pandemica (presente, passata o futura) o che si sia tentato un condizionamento unilaterale delle questioni care a milioni di italiani, ma è ragionevole pensare che l’evento del 19.5.2022 sia quanto meno inopportuno!!! Non dimentichiamo che anche i magistrati hanno un CODICE ETICO che impone loro di astenersi “da ogni forma di intervento che possa indebitamente incidere sull’amministrazione della giustizia ovvero sulla posizione professionale propria o altrui” (art 2), perchè “Il magistrato garantisce e difende, all’esterno e all’interno dell’ordine giudiziario, l’indipendente esercizio delle proprie funzioni e mantiene una immagine di imparzialità e di indipendenza” (art. 8). Il magistrato deve evitare “qualsiasi coinvolgimento in centri di potere partitici o affaristici che possano condizionare l’esercizio delle sue funzioni o comunque appannarne l’immagine”; non deve accettare né espletare “attività che ostacolino il pieno e corretto svolgimento della propria funzione o che per la natura, la fonte e le modalità del conferimento, possano comunque condizionarne l’indipendenza” (art. 8). Il magistrato ha il dovere dell’IMPARZIALITA’ e per questo “Assicura inoltre che nell’esercizio delle funzioni la sua immagine di imparzialità sia sempre pienamente garantita. A tal fine valuta con il massimo rigore la ricorrenza di situazioni di possibile astensione per gravi ragioni di opportunità.” (art. 9). Alla luce di quanto accaduto, forse l’INOPPORTUNITA’ è diventata eticamente corretta! 🧐
Encomio conferito all’Avvocato Libero prof. Avv. Augusto Sinagra L’intervento dell’Avv. Antonietta Veneziano
Evento organizzato dall’Avv. Federica Fantauzzo di Avvocati Liberi. Guarda i video degli interventi sul canale YouTube di ALI
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Leggi l’articolo su studiocataldi.it Un giudice del lavoro che tutela il Lavoro di questi tempi può sembrare un’anomalia del sistema, ma invece costituisce il ripristino della legalità formale e sostanziale nonché un ulteriore segno di consapevolezza e coraggio della magistratura di merito nel chiamare le cose con il loro nome, nel comprendere la realtà e nel ripescare quell’approccio costituzionalmente orientato oramai in disuso durante la tirannia del diritto emergenziale, capace di derogare addirittura ai diritti naturali ed ai principi fondamentali della nostra Carta repubblicana. Questa volta però si tratta di un denotatore epocale, perché la sentenza del 13 settembre 2023 n. 136 del Tribunale del Lavoro de L’Aquila – giudice Dr. Giulio Cruciani –, nel dichiarare l’illegittimità dell’istituto della sospensione dal lavoro (e dalla retribuzione) per assenza della vaccinazione obbligatoria anti Sars-Cov-2 dei lavoratori ultracinquantenni ex art. 4, quinquies, comma 4, dl. 44/21, è destinata a far saltare il banco. Con questa decisione si infatti è aperta un’altra breccia in una delle misure – la principale probabilmente – che ha costretto la popolazione ad inocularsi farmaci genici in corso di sperimentazione ed autorizzati provvisoriamente “sulla base di dati meno completi” (Regolamento EU n. 507/2006), ossia la “sospensione dal lavoro e dalla retribuzione” in caso di violazione o inadempimento dell’obbligo imposto dalla legge di vaccinarsi per prevenire l’infezione dal virus Sars-Cov-2. Il Giudice del Lavoro lo ha premesso: “non verrà valutata la legittimità dell’obbligo vaccinale anti Sars-CoV-2, bensì la legittimità, nel caso concreto, della sospensione dal lavoro per assenza della vaccinazione obbligatoria”. Quindi il Giudice non entrava nel merito dell’efficacia o meno dei vaccini anti covid-19 per la salute pubblica o della legittimità o meno dell’obbligo vaccinale, perché il tema del decidere era un altro, e precisamente se la “sospensione dal lavoro e dalla retribuzione” sia stata un mezzo legittimo con cui la norma di legge ha ottenuto il proprio rispetto, e se con tale forza sia stata legittimamente o meno applicata dall’intero palinsesto sanzionatorio, non solo quindi dall’art. 4-quinquies dl. 44/21 oggetto di giudizio (relativo ai lavoratori ultracinquantenni), ma anche dagli artt. 4, 4-bis e 4-ter e poi 4-quater del dl. 44/21, nella distorta interpretazione (ideologicamente orientata) che per tutelare la salute pubblica si doveva imporre l’obbligo vaccinale anti Sars-CoV-2 a determinate categorie di lavoratori. La sentenza in commento accertava e dichiarava che “non vi è alcuna norma di legge – né potrebbe mai esservi anche per lo sbarramento costituzionale del divieto di discriminazione ex art. 3 Cost. – che imponga un obbligo vaccinale anti Sars-CoV-2 per prestare lavoro … ma solamente l’imposizione di un tale obbligo se e nei limiti in cui sia strumento di prevenzione dal contagio”. Semplicissimo. Lo Stato italiano si fonda sul lavoro (art. 1 Cost.), e su questo si fonda non solo la dignità sociale e lavorativa, ma anche la dignità personale dell’essere umano che vuole mantenersi con le proprie forze. “Il reddito da lavoro costituisce per lo più il reddito di sussistenza, senza di esso si scivola nel degrado e nella dipendenza” scrive il giudice Cruciani. E se la dignità è il limite invalicabile all’obbligatorietà di qualsiasi trattamento sanitario obbligatorio (art. 32 Cost.), allora la vaccinazione obbligatoria, qualsiasi essa sia, non poteva essere imposta imponendo l’obbedienza a mezzo della privazione del lavoro – e quindi della dignità umana – senza violare apertamente l’art. 32 Cost.. Il ragionamento del Giudice del Lavoro è ineccepibile, in particolare nella critica mossa all’opinione diffusa – ripetuta oramai meccanicamente da laqualunque – secondo cui la ragione per la quale si è imposto al lavoratore l’assunzione del vaccino anti Covid-19 risiedeva nel fine espresso che egli, nel luogo di lavoro, non costituisse un rischio per i colleghi o per i terzi, a differenza invece del lavoratore non vaccinato, che avrebbe esposto al rischio di infezione da Sars-CoV-2 praticamente tutti coloro con i quali sarebbe entrato in contatto nei luoghi di lavoro (meno che i vaccinati ovviamente). La decisione in commento respingeva anche l’argomento – anch’esso tanto diffuso quanto irrilevante – della supposta idoneità dei vaccini a prevenire le forme acute della malattia Cosvid-19 conseguente all’infezione dal virus Sars-Cov-2, che è tutt’altra questione, non di interesse per il thema decidendum del Tribunale aquilano, che accedeva, invece, alla capacità o meno di tali vaccini a prevenire il contagio dal virus Sars-Cov-2 come condizione minima necessaria all’applicazione della misura della “sospensione dal lavoro e dalla retribuzione” nei confronti di lavoratori inadempienti all’obbligo legale. La prevenzione dal contagio dal virus Sars-Cov-2 è stata il fine che la legge intendeva raggiungere con la vaccinazione obbligatoria, mentre la cura dalle forme acute della malattia Covid-19 è altro aspetto, diverso ontologicamente dal primo, non rientrante nell’alveo normativo della vaccinazione obbligatoria per la prevenzione dal virus Sars-Cov-2. Dunque la finalità preventiva dall’infezione costituiva il fondamento e, al tempo stesso, il limite di applicazione di tali norme imperative, che letteralmente nel corpo della disposizione imponevano la vaccinazione per prevenire l’infezione dal virus Sars-Cov-2. E che il lavoratore vaccinato fosse “sicuro” ed il non vaccinato invece fosse “pericoloso” si atteggiava a mera presunzione relativa, nello specifico ad una presunzione legale, non certo assoluta, perché è stata smentita dalla prova contraria: i vaccinati con i farmaci oggi a disposizione si infettano ed infettano gli altri, al pari dei soggetti non vaccinati. Le evidenze scientifiche e la comune esperienza (personale, familiare, della cerchia di conoscenti) hanno permesso di dimostrare l’erroneità delle presunzioni normative in tema di immunizzazione dal virus Sars-Cov-2 usando i farmaci anti covid-19 che, a questo punto, hanno dato luogo ad una ingiustificata discriminazione in base alle condizioni e alle opinioni personali (art. 3 Cost.), perché si è tolto il lavoro e la retribuzione a centinaia di migliaia di persone inutilmente, senza motivo, solo per la violazione impossibile di una norma che se fosse stata osservata non avrebbe apportato alcun beneficio al fine di prevenire i contagi da Sars-Cov-2 sul luogo di lavoro. Il Giudice de L’Aquila ha preso atto che la contagiosità dei vaccinati costituisce un fatto notorio ai sensi dell’art. 115, c.p.c. (che non richiede quindi una
Sulla cd “carriera alias” Avvocati Liberi condivide e sostiene la Comunicazione del 24/08/2023 curata dal Coordinamento Internazionale Associazioni per la Tutela dei Diritti dei Minori (CIATDM), con l’Avv. Alessandra Devetag, contribuendo a trasmetterla a tutte le scuole medie e superiori d’Italia.
Non v’è chi non veda è un’espressione molto amata da alcuni giuristi, forse un po’ demodé, ma che suscita in noi giovani avvocati quella riverenza e quel rispetto che fin dai primi giorni di pratica forense abbiamo provato nei confronti degli avvocati “più grandi” che con le loro bellissime toghe solcavano fieri i corridoi dei tribunali. Una espressione che molto elegantemente e con grande stile ci dice che “se non te ne sei accorto sei tonto”! Recentemente questa espressione è stata sostituita in alcuni scritti con il brocardo “è di solare evidenza”, che ancora con garbo ed eleganza ci dice “ci sei o ci fai?”. L’italiano è una lingua meravigliosa, se sai usarla. E quindi, all’alba dell’entrata in vigore delle leggi “vaccistissime” (no, non è un lapsus calami…) viene da dire alla cittadinanza tutta, ai nostri amici e parenti, ai politici e ai politicanti, ai giornalisti e ai giornalai: davvero non vedete che il nostro Paese è diventato a suon di Decreti Legge e DPCM uno Stato razziale e confessionale, ove la nuova religione non è il Cristianesimo o l’Islam, ma la venerazione del Dio Vaccino? Non v’è chi non veda…eppure voi non vedete. Non vedete che da domani (10 gennaio 2022) ai non vaccinati verrà inibito l’utilizzo dei mezzi pubblici, l’accesso a bar e ristoranti (anche all’aperto), lo svolgimento di attività sportive al chiuso e sport di contatto anche all’aperto. Non vedete che tra alcune settimane ai 50enni non vaccinati (sani o malati che siano) verrà impedito di lavorare e verrà comminata una multa: insomma si verrà multati per uno status (50enne non vaccinato) e non per aver commesso un illecito. Non avete visto e non vedete che ci sono già intere categorie di cittadini che – in quanto non vaccinati – non possono più lavorare (da mesi) e non hanno diritto, secondo il Governo, ad alcun emolumento, nemmeno un sostegno alimentare. Non vedete (o scegliete di non vedere) che nel modernissimo 2022 ad un ragazzino di 12 anni viene impedito di salire sui mezzi pubblici per andare a scuola, gli viene impedito fare attività fisica e viene escluso da ogni occasione di socializzazione. A questo punto, possiamo ben passare dal “non v’è chi non veda” al “è di solare evidenza” che si è instaurato in Italia un neo regime razziale e se davvero molti di voi ancora non vedono cosa sta accadendo…il sillogismo è semplice: non ci siete, ma ci fate! Ricordo a me stessa (altro modo elegante per dire “sei veramente un babbeo se non ci hai fatto caso”) che in questo Paese TUTTI percepiscono un sussidio (dalla disoccupazione al reddito di cittadinanza, dai contributi comunali all’assegno alimentare)…tutti, ma non i nuovi ebrei: i no vax. Se ancora qualcuno storcesse il naso all’accostamento tra no vax ed ebrei, vorrei sottoporre alla sua (scarsa) attenzione i recenti moti popolari, quali ad esempio il cartello affisso in provincia di Imola con scritto “Zyclon B ai non vaccinati” (sempre al predetto cittadino che evidentemente quando c’era la lezione di storia aveva di meglio da fare, ricordo che lo Zyclon B era il gas usato nelle camere a gas dei campi di concentramento). Trattasi di un caso emblematico ma purtroppo non isolato di odio razziale o religioso (ove la razza non è più sinonimo di un gruppo d’individui di una specie contraddistinti da comuni caratteri esteriori ed ereditari, ma l’appartenenza ad una nuova categoria sociale creata ad hoc: i non vaccinati e la religione non è più quella confessionale classica ma la venerazione al Dio Vaccino e alla religione della scienza). La cittadinanza (anche questa volta come 80 anni fa) pare unita e coesa con il Governo nel dare la caccia e la colpa di tutto ai “no vax”, come lo era nel 1938 a dare la colpa agli ebrei (portatori di malattie e motivo di rovina economica del bel Paese). E nonostante l’impennata di contagi delle Feste, che ha colpito indifferentemente vaccinati e non, abbia smascherato la grande BUGIA (“chi si vaccina non si ammala e non contagia”), con domani i non vaccinati saranno i nuovi “paria” (i nuovi intoccabili…ai margini della società). I no vax devono morire di fame, devono essere ridotti in povertà tanto da non potersi pagare il mutuo, perdere la casa, non poter mantenere i figli, devono essere isolati dalla società e piegati nella volontà. Di fatto è la “morte della ragione”: tutti contagiano tutti, ma se sei vaccinato puoi continuare a spargere il virus con pranzi, cene e partite di calcetto. Se sei vaccinato hai “licenza di contagiare” con tanto di patentino del “bravo cittadino”…insomma un moderno figlio della Lupa con la versione 2k della tessera del partito. A chi non vede (…ancora e nonostante tutto) ricordo che nel ventennio fascista il possesso e l’esibizione della tessera del partito era diventata in poco tempo la condicio sine qua non poter lavorare, frequentare la società, andar a scuola. L’assonanza con il moderno lascia passare verde, come direbbero i nostri Colleghi più “grandi”, è – ancora una volta – di solare evidenza. Se non lo vedete, vuol dire che vivete nell’ombra e nelle tenebre di un intorpidimento mentale ove rimanere in ammollo in una comfort zone, dove è concesso non pensare. Perché tanta fatica quando c’è la TV che ti dice cosa fare/magiare/dire? Nei mesi la narrativa main stream si è sgretolata davanti agli occhi (chiusi evidentemente) della popolazione. Si è rapidamente passati dal promettere che con il siero non ci si sarebbe ammalati né si sarebbero contagiati gli altri, all’accontentarsi di contrarre il virus, ammalarsi, contagiare tutti ma…non finire (forse) a rosicchiare il radicchio dalla radice (come dicevano i nostri nonni). Insomma dall’immunità di gregge…al gregge di pecoroni (nel giro di poche varianti). Ma ancora non basta, ai più, per accorgersi della deriva razziale e antidemocratica che il nostro Paese ha intrapreso, guidata dal Governo dei “migliori”, che ha letteralmente scippato al Parlamento il suo potere legislativo (oramai si va avanti a suon di DL nel brodo primordiale di una emergenza senza fine, che tanto
La Rai sta svolgendo una preziosa opera di informazione sull’aggressione russa contro l’Ucraina. Ed è ancora più prezioso che la Rai eviti di dare spazio a falsità palesi e interpretazioni compiacenti verso i crimini di Putin. Attiveremo anche la Vigilanza” Andrea Romano, PD. Grottesco, irricevibile e offensivo dell’intelligenza altrui, questi sono gli aggettivi atti a descrivere gli ordini impartiti dal Romano alla Rai. Forse nell’ottica di costoro gli italiani sono dei sudditi privi di capacità di discernimento e di analisi critica, pronti ad accettare passivamente ogni imposizione che viene calata dall’alto. Il 70% della popolazione è davvero così, chi oggi urla all’invasione riversandosi in piazza è lo stesso suddito che fino a ieri indossava una doppia mascherina evitando accuratamente il prossimo perché fonte di malattia. È bastato cambiare la scaletta del telegiornale perché costui improvvisamente riprendesse a vivere senza angoscie, davvero incredibile vero? Il comunicato del Romano è inaccettabile perché mistifica la realtà come sono soliti fare i media. Bisogna essere ignoranti o complici per non sapere che in Ucraina dal 2014 c’è stato un colpo di stato made in Usa che ha portato al potere formazioni di stampo nazista. Perché Romano non dice serenamente che stiamo sostenendo anche con armi le formazioni naziste ucraine? Sembra brutto dirlo per una persona che fa dell’antisemitismo un cavallo di battaglia eppure è così. Non è un mistero che la stessa ANPI abbia dichiarato apertamente le reali intenzioni di Putin e che no, questa non è un’invasione ma una difesa nei confronti della Nato che anno dopo anno ha colonizzato sempre di più i paesi limitrofi ai confini russi per accerchiarla. Che dice Romano, vuole censurare anche i pericolosi negazionisti di ANPI? Negazionismo è una parola utile a delegittimare chiunque si opponga alla falsa narrazione governativa, oggi è la guerra, ieri il Covid e domani sarà un’altra storia. Perché non censurare anche i media di regime allora caro Romano che nel 2014 parlavano in altri termini dell’Ucraina? I professionisti dell’informazione continuano a diffondere informazioni fasulle sull’argomento spacciando trailer di videogiochi per bombardamenti in tempo reale. Un po’ di vergogna ci sarebbe da provarla non trova?