Agli albori del 2020 scoppia un male terribile, che giorno dopo giorno invade sempre più gli schermi televisivi, sappiamo tutti ormai di cosa sto parlando. Tale conoscenza ci deriva dai telegiornali che ogni giorno si prodigano nel fornirci un’informazione corretta e veritiera (non si capisce perché l’Italia sia collocata dopo il Burkina Faso per libertà d’informazione).
Ben presto l’informazione, anche se il termine è piuttosto improprio usato in tale contesto, si trasforma in qualcosa di più, una sorta di religione collettiva cui aderire senza se e senza ma. Questa religione ha delle regole ben precise che non possono essere messe in discussione, pena l’essere additato come pazzo.
La religione covidiana implica delle certezze granitiche, una delle quali è la consapevolezza che milioni di miliardi di persone muoiono giornalmente come mosche a causa di questa malattia(il cui tasso di letalità si aggira verso lo 0,4%) e ahimè purtroppo non esiste cura a questo male.
La buona nuova però arriva verso il finire dell’anno 2020, quando finalmente viene annunciato il vaccino: è davvero un momento di giubilo per tutti, finalmente ognuno di noi potrà salvarsi da un virus che non ha mai visto ma che ciononostante popola abbondantemente i telegiornali ogni dannato giorno, quindi diamine se esiste!
Il 2020 è stato costellato da lockdown (il cui significato in inglese è ISOLAMENTO ma forse in inglese la parola suona meglio), che ha comportato la chiusura di ogni attività produttiva, senza dimenticare altri divieti intermedi, come mantenere il più possibile le distanze dal prossimo, neanche ci si poteva abbracciare o stringere la mano o meglio era caldamente sconsigliato al fine di preservare la specie umana dall’estinzione.
Infine il nostro saggio Governo ci ha imposto l’uso di uno straccio da mettere in faccia, una pregevole pezza in stoffa che ha moltiplicato a dismisura le nostre chance di sopravvivenza (anche se qualche malpensante potrebbe dire che tutta la popolazione batterica che vive sulla mascherina si trasferisce direttamente nei nostri polmoni causando alla lunga infezioni batteriche e altre cose poco piacevoli).
Parlare di imposizioni non è corretto però, perché ognuna di queste illuminate misure ha come fine ultimo quello di tutelare la vita, cosa c’è di più importante della salute?
La salute vince su tutto, è per amore del prossimo che il Governo dall’alto del suo imperio ti dice di chiudere la tua attività lavorativa per tre mesi e morire di fame. Per lo stesso motivo ti invita a vedere nell’altra persona un tuo nemico, da guardare con diffidenza ma non troppo da vicino perché magari pure il suo sguardo potrebbe ammorbarti.
Un altro caposaldo della novella religione che ha conquistato il mondo è il seguente: il vaccino rende liberi. Non lo dico io, giammai mi permetterei di esprimere un parere che implica necessariamente l’uso di attività cerebrale (è una cosa sconveniente che ti mette in cattiva luce con il prossimo), mi limito a riferire i pareri dei nostri esperti nostrani.
In Italia vantiamo certe eccellenze mediche che il mondo ci invidia, abbiamo per esempio Barbara d’Urso che ci insegna il corretto lavaggio delle mani, la sua catechesi penso abbia salvato qualche milione di vite finora. Non è certamente l’unico professionista cui rivolgersi per combattere efficacemente il morbo, abbiamo esperti di zanzare, igienisti, persino una veterinaria che ci permettono un approccio multidisciplinare in questa complessa lotta. Certo, molto spesso sparano sentenze contrapposte, senza alcuna logica né fondamento scientifico che alla luce dei fatti si rivelano complete baggianate, tuttavia parlano dal televisore, pertanto come italiano medio non posso fare altro che credergli.
La mia fiducia di cittadino è pressoché illimitata, credo che costoro abbiano salvato l’Italia, anche se ora siamo al livello della Grecia.
Sono convinto che abbiano salvato infinite vite, anche se quasi metà delle imprese sono fallite e ci sono stati innumerevoli suicidi, nonché un aumento esponenziale dei disagi psichici causati da tutto ciò.
Credo che l’elisir di lunga vita, volgarmente chiamato vaccino, ci garantisca un futuro migliore e soprattutto ci renda liberi (anche se ahimè così dicendo si ammette implicitamente il proprio stato di servaggio nei confronti del regime sanitario).
Questo è l’unico modo per tornare alla normalità, d’altronde che sarà mai?
Servono piccoli sacrifici, lo stesso lockdown in fondo il telegiornale ha detto che sarebbe durato solo due settimane (poi diventati tre mesi), che il vaccino ci renderà nuovamente liberi, ti fai una monodose o due e poi la vita riprenderà a scorrere allegra e serena come non mai.
Credo ciecamente nel regime sanitario, anche se poi ho scoperto che mi ha preso per i fondelli perché nella legge di bilancio sono stati stanziati fondi sufficienti per garantire a ogni cittadino una quinta dose.
Tuttavia io, cittadino medio italico, accetto questa grazia divina e con grande senso di responsabilità mi accingo a siringarmi ogni sei mesi, perché è giusto aiutare a far ripartire il Paese e poi diciamocelo il vaccino mi serve per andare al cinema o in discoteca il sabato sera.
Sarebbe pertanto sciocco e antiscientifico pensare di fare a meno di questa libertà offertami dal regime sanitario, certo magari tra una dose e l’altra potrebbe capitarmi un infartino, un ictus o potrei essere colto da un malore improvviso, è una causa di morte ormai comune che ha quasi sorpassato il tremendo morbo.
Ciononostante è un piccolo sacrificio necessario per proteggere se stessi e gli altri, anche se spesso significa crepare senza alcuna correlazione e nella totale indifferenza di tutti.
D’altronde neanche ne faccio una colpa al regime sanitario se si lava le mani dalle migliaia di persone danneggiate dal siero magico e si rifiuta di riconoscere anche i morti causati dallo stesso. Il regime sanitario è solo un venditore, giustamente come ogni professionista del settore deve guadagnarci, non lo si vorrà mica derubare richiedendo di assumersi responsabilità peraltro inesistenti, visto che i giornalisti, ora assurti anche al ruolo di medico legale, tendono a escludere sempre qualunque nesso.
Questo è il trionfo della società moderna, l’aver creato un soggetto parlante dotato di un codice a barre che grazie al suo stato di perpetuo servaggio ha riconquistato la propria libertà. Tale essere si muove e all’apparenza sembra un essere umano ma in sé non ha più nulla che possa classificarlo come tale, non ha neanche più un volto cui poter dare un’identità. È un oggetto e come tale viene trattato, poiché questo è il suo esatto valore.
Tuttavia ricordate che sono un cittadino medio italico pertanto non mi è concesso nutrire dubbi, le uniche certezze che ho sono che il regime sanitario mi sta salvando la vita e soprattutto sono certo che andrà tutto bene.