Nel mio periodico peregrinare tra i provvedimenti del Ministero della Salute, mi sono imbattuta nella circolare del 25.3.2022, avente ad oggetto “Sistema nazionale di sorveglianza dell’antibiotico-resistenza (AR-ISS)” con annesso Protocollo 2022.
L’argomento mi interessa ed inizio a leggere: poche righe e tante note in calce, scritte con caratteri più piccoli ed ecco che la mia curiosità si solletica. Qui trovo il riferimento ai “Rapporti ISS Sorveglianza RIS-1/2021” e “Rapporti ISS Sorveglianza RIS-2/2021” recanti i dati 2020. Li cerco e li trovo. Inizio lo studio del primo Rapporto che diventa appassionato ed inquietante, anche per i possibili risvolti legati alla recente pandemia Covid.
Riporterò alcuni stralci del Rapporto, così da lasciare a voi libere riflessioni.
L’antibiotico resistenza è la capacità di un microrganismo di resistere all’azione di un antibiotico, con la conseguenza che “la malattia infettiva da esso causata può essere più difficile da curare: il decorso risulta più lungo, aumenta il rischio di complicanze, fino ad arrivare a esiti che possono essere invalidanti o portare al decesso del paziente” (vedasi FAQ Ministero della Salute).
Le cause della diffusione dell’antibiotico resistenza è da ricercarsi, come spiegato da Epicentro – ISS (https://www.epicentro.iss.it/antibiotico-resistenza/resistenza) nell’aumentato uso di questi farmaci sia nella medicina umana che veterinaria, nell’uso degli antibiotici in zootecnia e in agricoltura e nell’aumento di viaggi e spostamenti internazionali. Epicentro, inoltre, sottolinea che “questo fenomeno riguarda spesso infezioni correlate all’assistenza sanitaria, che insorgono e si diffondono all’interno di ospedali e di altre strutture sanitarie.”
Compreso il tema di fondo, torno all’analisi del primo Rapporto ISS e a pagina 1 (pag. 9 del pdf) colgo il primo spunto di riflessione:
“L’antibiotico-resistenza è uno dei principali problemi di sanità pubblica con un forte impatto sia clinico che economico. Negli ultimi decenni ha assunto una rilevanza mondiale …. L’Italia da anni è tra i Paesi in Europa con le più alte percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici utilizzate in ambito ospedaliero”.
Prima riflessione: l’Italia, anche in campo Covid, ha avuto i maggiori casi di decessi e/o malattie severe (polmoniti) rispetto agli altri Paesi europei. Esiste, forse, un problema di mala gestio della Sanità Pubblica? I continui tagli alla Sanità hanno, forse, inficiato, la qualità delle nostre strutture ospedaliere? Si vuole forse puntare alla Sanità privata (privilegio di pochi)?
Proseguo la lettura e mi soffermo su alcuni dei patogeni antibiotico resistenti analizzati dal documento dell’ISS. Rimango basita nel leggere che molte infezioni da patogeni antibiotico resistenti hanno sintomi o conseguenze simili a quelli del Covid (polminiti), che i soggetti maggiormente colpiti sono gli ospedalizzati e addirittura che tali patogeni vengono contratti da pazienti che si trovano in terapia intensiva e con ventilazione meccanica! Se vi sembra complottismo, leggete voi stessi:
Pagina 12 del primo Rapporto (pag. 20 del pdf): “Staphylococcus aureus”
“S. aureus è un importante patogeno dell’uomo e può causare sia infezioni lievi della cute che infezioni gravi quali polmoniti, meningiti, endocarditi e osteomieliti. S. aureus è diffuso sia a livello comunitario che ospedaliero dove rappresenta una delle principali cause di batteriemia. La diffusione di S. aureus … rappresenta un importante problema di sanità pubblica”.
Ed ancora, pagina 16 (pag. 24 del pdf): “Klebsiella pneumoniae”
“La maggior parte delle infezioni causate da K. pneumoniae sono ospedaliere e includono principalmente infezioni dell’apparato respiratorio e batteriemie associate a un’alta mortalità. … La resistenza ai carbapenemi rappresenta oggi un rilevante problema di sanità pubblica”.
Pagina 17 (pag. 25 del pdf): “Pseudomonas aeruginosa”
“È un patogeno opportunista e una delle principali cause di infezione nei pazienti ospedalizzati immunocompromessi. Provoca comunemente polmonite associata all’assistenza sanitaria (inclusa quella associata alla ventilazione meccanica), infezioni del sangue e del tratto urinario.”.
Pagina 17 (pag. 25 del pdf): “Acinetobacter species”
“Il gruppo dell’Acinetobacter baumannii comprende le principali specie patogene per l’uomo, associate soprattutto alle infezioni correlate all’assistenza sanitaria, tra cui polmonite, sepsi e infezioni del tratto urinario. I fattori di rischio per l’infezione comprendono l’età avanzata, la presenza di gravi patologie concomitanti, lo stato di immunosoppressione, gravi traumi o lesioni da ustioni, procedure invasive, ventilazione meccanica e degenza ospedaliera prolungata. … I ceppi multi-resistenti rappresentano un grosso problema di sanità pubblica, poiché le opzioni terapeutiche per il trattamento delle infezioni causate da questi microrganismi sono molto limitate e l’implementazione delle misure di controllo pone alcune difficoltà.”.
Quanti di voi ne era al corrente? Quanti TG o televirologi hanno parlato di questo problema? Eppure a pagina 25 (vedasi pag. 33 del pdf) del Rapporto ISS è espressamente affermato che “L’antimicrobico resistenza (AMR) rappresenta, ormai da anni, uno dei problemi più importanti ed emergenziali per il sistema sanitario del nostro paese.”
Allora mi chiedo se tra i 136.000 morti Covid (in altra sede vi parlerò del Rapporto ISS COVID-19 10_2021) non ci siano in tutto o in parte soggetti che siano deceduti a causa di questi patogeni antibiotico resistenti. Come pure spontanea è la considerazione che le cure domiciliari, tanto osteggiate da AIFA e dal Ministero della Salute, avrebbero potuto impedire ed impedirebbero tante ospedalizzazioni e tanti contagi con i patogeni antibiotico resistenti.
Certo è che a pagina 6 (vedasi pag. 14 del pdf) del secondo Rapporto, nella parte in cui si afferma che i dati sono sottostimati, la giustificazione fornita è la seguente: “Per i dati del 2020 bisogna anche considerare una possibile perdita di aderenza alle segnalazioni come conseguenza dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19”.
Mi sia consentita un’ultima riflessione: è legittimo che uno Stato invece di razionalizzare e controllare l’uso infausto ed indiscriminato di antibiotici in ogni campo della vita dell’uomo (salute, zootecnia, agricoltura) alimenti le case farmaceutiche, favorendo l’antibiotico resistenza e poi imponga o raccomandi al popolo vaccinazioni per riparare (forse) ai danni da loro stessi cagionati (come nel caso del Streptococcus pneumoniae, pagina 12 del Rapporto – pagina 20 del pdf)?
Io ho maturato la mia risposta, ora lascio a voi, Amici Liberi, di trarre le vostre conclusioni!