Con sentenza n. 41 del 07/07/2022, il Giudice Alejandro Recarey del Tribunale amministrativo di primo grado, in Montevideo, Uruguay, ha disposto, “sotto accusa di oltraggio alla Corte”, la “sospensione immediata delle vaccinazioni contro il SarsCov2 (Covid19), ai bambini (minori di 13 anni d’età)”, finché non si siano realizzate le seguenti condizioni:
- Si pubblichi, o pubblichino, integri e senza alterazioni, tutti i contratti di acquisto di questi vaccini. Così come tutti i documenti allegati a quelli, specialmente tutti quelli che dettaglino la composizione delle sostanze da inoculare;
- Si elabori un testo – da somministrare ai responsabili dei minori che si vaccinino – che informi completamente e con chiarezza in merito ai seguenti punti:
2.1 la composizione delle sostanze da iniettare (tutti gli elementi che contengono, di qualsiasi natura);
2.2 i benefici che comporta la vaccinazione;
2.3 i rischi che ha. Con dettaglio della sia natura, probabilità, grandezza e, se possibile, momento di manifestazione dell’evento rischioso.
3. che acclari che la sostanza possiede solo una autorizzazione emergenziale e non definitiva. Spiegando in termini semplici che differenza comporti quei due tipi di permessi in ordine specifico alla ponderazione privata dei rischi di cui sopra;
4. che descriva dettagliatamente gli effetti negativi già individuati nella loro interezza, aggiornando periodicamente queste informazioni;
5. Si portino avanti i controlli ai quali lo Stato è obbligato in forza dell’art. 2, comma 5 della legge n. 9202 (che consiste nel vigilare l’osservanza della legge e nel contrastare la preparazione ufficiale e privata di sieri e vaccini – n.d.r.).
Il Giudice di Montevideo, giunge a tale conclusione, richiamando, nella parte motiva, il diritto alla salute e ad una corretta informazione sanitaria, presupposto necessario per manifestare un consenso informato al trattamento sanitario. Tali diritti, definiti dal Tribunale Uruguayo, come “diritto alla verità nella sfera della salute, come se fossero due facce della stessa medaglia”, sono di pertinenza dei minori, ma anche dei loro rappresentanti legali (padri, nonni o tutori) e della Nazione intera (“ciascun cittadino ha diritto non solo ad una vita in salute, ma anche alla completa informazione su ciascun dato ad essa attinente”). Per questa ragione, tra l’altro, l’azione Giudiziale, mossa da un solo individuo, viene ritenuta ammissibile in quanto “l’azione per la protezione dei diritti dei bambini e degli adolescenti può esser dedotta da qualsiasi soggetto interessato”.
Partendo dal presupposto che l’arte medica implica il rispetto sia della lex artis materiale (la buona applicazione delle tecniche mediche) che della lex artis formale (“poiché solo se si dispone dell’informazione adeguata si potrà prestare liberamente il consenso”), il Giudice rammenta che la corretta informazione finalizzata alla formazione dell’eventuale consenso è essa stessa “un atto medico indipendente”, peraltro rispondente all’art. 1, comma 8 L. 219/2017 del nostro ordinamento secondo cui: “il tempo della comunicazione tra medico e paziente costituisce tempo di cura”).
Ancor di più, continua il Tribunale, “nel caso di somministrazione di una sostanza mediante iniezione (procedimento invasivo) risulta di vitale importanza informare, oltre che dei benefici, anche dei componenti di ciò che inocula e dei rischi della operazione, sia in termini di natura ed entità del rischio, probabilità che si verifichi e quando”.
Escludendo che tale obbligo di informazione possa esser assolto, così come viene assolto, mediante il mero ricorso alle informazioni fornite dalle case produttrici, il Giudice cita espressamente il noto documento informativo alla Borsa USA, con il quale la Pfizer, quale società quotata, ammette di non essere in grado di dimostrare sufficientemente l’efficacia e la sicurezza dei vaccini non escludendo l’insorgenza futura di effetti avversi gravi e configurando la possibilità di non ottenere la autorizzazione definitiva e di dover subire pesanti azioni giudiziarie per i danni; in merito pertanto alle informazioni fornite dalle case farmaceutiche pertanto, “si può fare atto di fede su ciò” afferma il Giudice, “però questo non basta quando si tratta di sicurezza sanitaria”.
Tanto più che, si legge nella sentenza, con decreto Presidenziale 03/02/2021, è stata dichiarata (come d’altro canto in Europa, sempre non dimenticando la qualificazione di segreto militare per ragioni di ordine pubblico dei dati inerenti i trials successivi) la riservatezza, ossia l’inaccessibilità alla popolazione in generale, di tutta la documentazione inerente i contratti tra lo Stato e la Pfizer, comprese pertanto le liste delle sostanze e degli elementi che compongono questi medicinali, cosa che rende tali “contratti-legge” del tutto illegali ed incostituzionali, in quanto inesistenti nelle fonti del diritto ed in quanto implicanti una abdicazione della Sovranità giuridica dello Stato Uruguayo per tutelare interessi non meglio specificati di una impresa privata straniera ; abdicazione della Sovranità Statale che si verifica, precisa il Giudice, nel momento in cui “un potere, in via esclusiva, pretenda occultare informazioni alla cittadinanza in generale, ed agli altri due poteri … nel caso specifico, l’esecutivo nega dati al Legislativo ed al Giudiziario)” .
Per quanto sopra, conclude il Giudice, “non si deve smettere di tener presente che non siamo difronte ad una prescrizione medica scientificamente omologata, ma ad un esperimento che, non per la sua colossale dimensione smette di essere ciò che è: un esperimento… Non lo si può dire in altra maniera a chi si vaccina, che si sta sottoponendo ad una sorta di massiva prova tecnica e non ad un trattamento scientificamente omologato… “; usando una metafora, “concedere alla vaccinazione in corso il marchio di legalità, solo perché facoltativo, sarebbe tanto quanto consentire che un commerciante possa distribuire alimenti senza controllo bromatologico, solo partendo dalla base che nessuno è obbligato a comprarli.”
Il Ministro della sanità pubblica, Daniel Salinas, ha affermato che rispetterà la sentenza ma che proporrà subito appello; ha inoltre pubblicato una lettera aperta alla cittadinanza intitolata “Eppur si muove”, in riferimento alla celebre frase che Galileo Galilei avrebbe pronunciato davanti al tribunale dell’Inquisizione per il movimento della terra. Con questo, Salinas contesta la sentenza affermando che ” Molti uruguaiani sotto i 13 anni hanno già potuto ricevere le dosi necessarie, ma altri NO. A loro viene ingiustamente negato il diritto“.